CELIACHIA: CAUSE, SINTOMI E DIAGNOSI

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La definizione di “celiachia” del Ministero della Salute è la seguente:

"Enteropatia infiammatoria, con tratti di autoimmunità, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti".

Ci stanno sostanzialmente dicendo che si tratta di una patologia a carico dell’intestino dove il sistema immunitario attacca il glutine, proteina contenuta in alcuni cereali, scatenando una reazione infiammatoria.

Se la reazione infiammatoria viene prolungata nel tempo (assunzione di glutine da parte del soggetto celiaco) la parete intestinale subirà un deterioramento che comporterà complicazioni (dal semplice malassorbimento fino alla possibilità di sviluppo di tumori). Questo è il motivo per cui individui celiaci non devono consumare glutine, anche se la sua ingestione non comporta sintomi apparenti.

I sintomi della celiachia sono i seguenti: diarrea, crampi intestinali, dimagrimento senza cause, vomito ed altri disturbi gastrointestinali in seguito all’ingestione di glutine. In altri casi si possono riscontrare sintomi extra-intestinali (prurito, malessere generale, cefalea, ecc). Se vi capita di soffrire di questi disturbi NON allarmatevi ma fate i dovuti controlli.

Per diagnosticarla nel sangue vengono ricercati gli anticorpi antiendomisio ed antitransglutaminasi (questo perché il sistema immunitario finisce per riconoscere come estranei anche un proprio tessuto, l’endomisio, ed un proprio enzima, la transglutaminasi; da qui il tratto autoimmune della malattia). In caso di positività agli anticorpi il medico richiederà una biopsia intestinale per identificare la gravità della patologia al momento della diagnosi. Al momento, l’unica “terapia” possibile per i soggetti celiaci è la dieta aglutinata. L’industria alimentare offre numerosi surrogati aglutinati dei prodotti farinacei, ma, il mio consiglio (e quello di tutti i medici, nutrizionisti, dietisti) è di cercare di utilizzare alimenti che siano naturalmente privi di glutine.